Gulu si trova nel Nord dell’Uganda, nel distretto di Acholi, una realtà che è stata travolta da una lunga guerra durata dal 1987 al 2007. Alla fine dei combattimenti tutto era andato distrutto o bruciato, i campi erano rimasti incolti da anni, mancava il cibo, i pozzi d’acqua erano ormai inutilizzabili e le strade impraticabili. Oltre ad aver distrutto tutte le strutture e infrastrutture esistenti ed aver causato numerose vittime, la guerra ha lasciato profondi traumi alla popolazione: ex bambini-soldato, donne e bambine vittime di violenze e stupri, che avevano poi partorito i “figli del nemico”.

Le suore comboniane hanno accolto tutte queste persone emarginate nel loro Centro Comboni Samaritans. Questo gruppo, avviato nel 1992 inizialmente come risposta alla dilagante diffusione dell’AIDS, si è occupato fin dalle sue origini dei gruppi più vulnerabili e, nonostante la guerra, l’insicurezza e i pericoli, non ha mai interrotto la sua attività. Ancora oggi, il Centro offre aiuto e riparo alla fascia più fragile della società, ospitando migliaia di persone sieropositive, bambini orfani o in condizioni di vulnerabilità, ex bambini soldato, donne violentate dai ribelli con i figli rifiutati dalle famiglie, persone con disabilità.

Il progetto, gestito da Suor Giovanna Calabria, missionaria comboniana e responsabile del Centro Comboni Samaritans, prevede i seguenti rami.

• Tutela e assistenza agli orfani di AIDS, ex bambini-soldato e altri in condizioni di vulnerabilità – parte dell’azione del Centro è dedicata alla protezione e alla cura degli orfani, che hanno perso uno o entrambi i genitori a causa dell’AIDS, e di altri bambini che si trovano in condizioni di vulnerabilità, come quelli ritornati dalla guerriglia o vittime di essa. Le diverse attività per questo settore prevedono l’inserimento nella scuola e nella famiglia allargata, un sostegno psicologico-sociale, così come anche piccoli programmi di agricoltura, allevamento, artigianato o altri programmi ricreativi. È stato avviato anche un asilo per dare la possibilità alle mamme di lavorare, lasciando i bambini sotto la custodia delle educatrici. L’istruzione, pur essendo uno degli obiettivi principali dell’organizzazione in questo ramo, non è l’unico; infatti, oltre a un percorso educativo, vengono forniti assistenza sanitaria, cibo e aiuti di ogni genere (es. indumenti, materiale scolastico…).
• Tutela e sostegno alle donne vittime della Bush War – casi di violazioni, abusi e violenza sessuale sono da sempre presenti nei conflitti, passati, recenti o ancora in corso. Il problema è stato particolarmente acuto in Uganda, dove i combattimenti tra il governo e i ribelli sono divampati per due decenni, tra il 1986 e il 2006. Il Lord’s Resistance Army (LRA), guidato da Joseph Kony, divenne il principale gruppo di ribelli e commise gravi violazioni dei diritti umani, come uccisioni, mutilazioni, rapimenti e portando avanti una violenza sessuale sistemica ai danni di donne e bambini. Molte donne sono state prigioniere per anni, anche per quasi tutta la durata del conflitto, scelte come mogli dai ribelli e costrette a vivere con loro nella foresta, continuamente maltrattate e violentate. Abbandonate dai ribelli o perché riuscite a fuggire, sono tornate dalle loro famiglie e comunità, che però le hanno rifiutate in quanto mogli e madri dei figli del nemico. Rimaste sole, senza il minimo necessario per sopravvivere, queste vittime, insieme ai loro bambini, sono state accolte e aiutate dal Centro Comboni Samaritans, dove sono stati affidati loro degli animali, capre o maiali, per potersi dedicare ad attività generatrici di reddito. Grazie a entrate stabili, possono ora soddisfare i propri bisogni e quelli delle loro famiglie, come cibo, spese mediche e scolastiche;
• Sostegno e assistenza ai giovani – a causa dell’emergenza di Covid-19 e il conseguente lockdown, nuove problematiche hanno colpito la popolazione di Gulu. La situazione di povertà di molte famiglie è andata via via peggiorando in seguito alla chiusura delle attività economiche e gruppi di giovani, rimasti a casa da scuola, hanno iniziato ad essere coinvolti in episodi di microcriminalità. Oltre a fornire cibo e beni di prima necessità, vengono organizzati corsi di formazione professionalizzanti in taglio e cucito, informatica, meccanica, falegnameria e cucina e si sostengono i giovani nel trovare impiego o nella creazione di nuove possibilità occupazionali.